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Intolleranza al lattosio: tutto quello che devi sapere

21 agosto 2025

Intolleranza al lattosio: tutto quello che devi sapere

L’intolleranza al lattosio è una delle condizioni più diffuse in ambito alimentare e coinvolge milioni di persone in Italia e nel mondo. Si tratta di una condizione che compare quando l’organismo non produce quantità sufficienti di lattasi, l’enzima che permette di digerire correttamente il lattosio, lo zucchero naturalmente presente nel latte e nei suoi derivati. Il risultato è una serie di disturbi che possono compromettere il benessere quotidiano, dalla digestione lenta a dolori addominali ricorrenti. Conoscere bene sintomi, diagnosi e possibili soluzioni è essenziale per migliorare la qualità della vita e scegliere i giusti integratori o alimenti da inserire nella propria dieta. È importante ricordare che, di fronte a sospetti di intolleranza, consultare il medico rimane sempre il primo passo fondamentale.

Sintomi

I sintomi dell’intolleranza al lattosio compaiono in genere da trenta minuti a due ore dopo l’ingestione di alimenti contenenti latte o derivati. Non sempre sono intensi e spesso variano in base alla quantità di lattosio ingerita e alla sensibilità individuale. I disturbi più comuni comprendono gonfiore addominale, dolore e crampi intestinali, diarrea, nausea e in alcuni casi anche mal di testa o senso di stanchezza.

Un aspetto importante è che i sintomi dell’intolleranza al lattosio possono essere confusi con altre condizioni gastrointestinali, come la sindrome dell’intestino irritabile. Per questo motivo è fondamentale non affidarsi solo all’autodiagnosi. Il corpo fornisce segnali che vanno interpretati correttamente e un professionista può distinguere se si tratta realmente di intolleranza o di un’altra condizione digestiva.

Molte persone scoprono di essere intolleranti perché notano che i disturbi compaiono regolarmente dopo aver bevuto latte o mangiato formaggi freschi. Altre, invece, accusano sintomi solo dopo pasti più abbondanti. Questo rende chiaro quanto sia importante analizzare la situazione con attenzione e non sottovalutare i segnali che l’organismo invia.

Diagnosi

La diagnosi di intolleranza al lattosio può essere effettuata attraverso diversi metodi. Il più utilizzato è il test del respiro all’idrogeno, che misura la quantità di idrogeno espirata dopo l’ingestione di una soluzione contenente lattosio. Se il lattosio non viene digerito correttamente, viene fermentato dai batteri intestinali con produzione di idrogeno, che viene rilevato nel respiro.

In alternativa, esistono anche il test genetico e il test di tolleranza al lattosio. Quest’ultimo misura i livelli di glucosio nel sangue dopo aver assunto lattosio: se non si osserva un aumento significativo, significa che l’enzima lattasi non sta svolgendo il suo compito in modo adeguato.

È sempre opportuno rivolgersi al medico per ricevere una valutazione professionale. Autodiagnosticarsi può portare ad errori, come eliminare dalla dieta alimenti che in realtà non sono la causa del problema, con il rischio di carenze nutrizionali. Solo dopo un’analisi accurata si potrà impostare una strategia alimentare corretta e, se necessario, integrare con prodotti specifici.

Come curare l'intolleranza al lattosio?

L’intolleranza al lattosio non ha una “cura definitiva” nel senso tradizionale, perché dipende dalla capacità individuale di produrre lattasi. Quello che si può fare è gestire l’alimentazione e ridurre o eliminare gli alimenti che scatenano i sintomi.

Per chi non vuole rinunciare completamente a latte e derivati, esistono prodotti delattosati che mantengono il gusto originale ma con una quantità di lattosio ridotta o assente. Inoltre, in commercio sono disponibili integratori di lattasi che aiutano la digestione quando si consumano alimenti contenenti questo zucchero.

Ad esempio, il Prolife Lattasi Integratore per la Digestione del Lattosio è una soluzione indicata per chi desidera supportare la digestione dei latticini, riducendo i fastidi dopo i pasti. Allo stesso modo, il Lattasi Integratore per Intolleranza al Lattosio rappresenta un valido alleato nelle situazioni in cui non si vuole rinunciare a un gelato o a un formaggio fresco.

Per i casi in cui l’intolleranza è particolarmente marcata, esistono formulazioni ad alto dosaggio come INTOLERAN LATTASI 20.000, pensate per chi ha bisogno di un supporto efficace e rapido. Naturalmente, prima di assumere integratori è sempre consigliato chiedere consiglio al medico o al farmacista per individuare il prodotto più adatto alle proprie necessità.

Quanti tipi di intolleranza esistono?

L’intolleranza al lattosio non è sempre uguale. Ne esistono diversi tipi, che si distinguono in base all’origine del deficit enzimatico. La più diffusa è l’intolleranza primaria, che si manifesta gradualmente con l’età, quando la produzione di lattasi diminuisce in modo naturale. È il motivo per cui molte persone da adulte iniziano a non tollerare più il latte, pur non avendo avuto problemi da bambini.

Un altro tipo è l’intolleranza secondaria, che si sviluppa in seguito a malattie o condizioni che danneggiano l’intestino tenue, come gastroenteriti, celiachia o malattie infiammatorie croniche intestinali. In questi casi, l’intolleranza può essere temporanea e migliorare una volta risolta la condizione di base.

Infine, esiste una forma rara chiamata intolleranza congenita al lattosio, presente dalla nascita e dovuta a un difetto genetico. In questo caso, l’organismo non è in grado di produrre lattasi fin dai primi giorni di vita e la condizione richiede un’attenzione medica costante.

Sapere quale forma di intolleranza si ha è essenziale per gestire in modo corretto l’alimentazione e adottare i rimedi più adatti.

Quali alimenti posso mangiare?

Chi soffre di intolleranza al lattosio non deve per forza rinunciare a una dieta varia ed equilibrata. Molti alimenti sono naturalmente privi di lattosio e possono essere consumati senza problemi: carne, pesce, uova, verdure, frutta, cereali, legumi e oli vegetali.

Anche diversi formaggi stagionati, come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, contengono quantità minime di lattosio e spesso vengono tollerati bene. Oggi il mercato offre anche un’ampia gamma di prodotti delattosati, dal latte agli yogurt, che mantengono gusto e proprietà nutrizionali senza causare disturbi.

Per chi desidera sicurezza in più, l’utilizzo degli integratori di lattasi permette di introdurre nella dieta alcuni alimenti che altrimenti sarebbero difficili da digerire. Questa soluzione garantisce maggiore libertà alimentare e migliora la qualità della vita, purché usata sempre con buon senso e sotto indicazione del medico.

È importante ricordare che eliminare completamente latte e derivati senza la supervisione di uno specialista può portare a carenze di calcio e vitamina D. Per questo motivo è consigliabile sostituirli con alternative appropriate o arricchite e valutare insieme al medico o al nutrizionista l’eventuale necessità di integrazioni.

Gestire l’intolleranza al lattosio significa conoscere il proprio corpo, ascoltarne i segnali e trovare un equilibrio tra ciò che si può mangiare liberamente e ciò che va limitato o associato a integratori specifici. Un approccio consapevole permette di vivere serenamente la quotidianità senza rinunciare al piacere del cibo.